La CTU informatica rappresenta il momento in cui si realizza il contraddittorio tecnico all’interno del processo civile.
Il Giudice può disporre una Consulente Tecnica d’Ufficio in materia informatica forense nei casi in cui occorre acquisire prove o procedere all’analisi forense, nonché per valutare documenti a supporto di un contratti informatici, come ad esempio la fornitura software.
La consulenza informatica forense consiste in una perizia informatica che consente di verificare l’attendibilità di una prova, tradurre gli aspetti tecnici alla base di un contratto informatica, procedere ad accertamenti e rilievi di carattere informatico sulle copie forensi.
La CTU informatica e la perizia informatica
Spesso si utilizza CTU informatica come sinonimo di perizia informatica.
In effetti, dal punto di vista tecnico le operazioni sono spesso le medesime: acquisizione forense, analisi forense, relazione tecnica sono alla base di queste attività di consulenza informatica.
In realtà, la CTU informatica insiste nei procedimenti civili mentre la perizia informatica all’interno di procedimenti penali. Ne consegue che il CTU informatico è nominato dal Giudice civile mentre il perito informatico interviene su richiesta del Giudice Penale.
Come si fa una perizia CTU informatica
Il Giudice che decide di disporre una CTU informatica provvede a individuare il proprio CTU informatico forense tra gli esperti di settore. Nel nostro studio questo ruolo è spesso assunto da Donato Eugenio Caccavella e da Michele Ferrazzano.
La cancelleria informa dunque il CTU informatico che dovrà presentarsi in udienza per il giuramento e per la somministrazione dei quesiti, ossia delle domande alle quali dovrà rispondere per il Giudice.
Successivamente, il CTU informatico convocherà una o più riunioni – fisiche e/o telematiche – con i CTP informatici delle parti al fine di raccogliere elementi e suggerimenti per poter al meglio rispondere al quesito.
Verso le fine dei lavori, il CTU informatico predispone una relazione di informatica forense che verrà trasmessa a ogni CTP informatico.
Ogni consulente tecnico di parte potrà poi inviare al CTU di informatica forense le proprie osservazioni entro un termine di alcuni giorni (generalmente 15 o 30).
Infine, il CTU informatico esaminerà le osservazioni dei periti informatici delle parti per predisporre la versione finale di relazione da depositare.
Come calcolare il compenso per una CTU informatica
A differenza del costo di una perizia informatica di parte che avviene sulla base di un preventivo, la CTU informatica prevede un onorario definito dalla legge.
In particolare, l’allegato al Decreto 30 maggio 2002 (Adeguamento dei compensi spettanti ai periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori per le operazioni eseguite su disposizione dell’autorità giudiziaria in materia civile e penale) prevede, all’art. 11, una tabella per i consulenti tecnici informatici.
Tale tabella prevede che la perizia o la consulenza tecnica in una serie di materie (tra le quali rientra quella informatica) spetta al perito informatico o al consulente tecnico informatico un onorario a percentuale calcolato per scaglioni:
- fino a euro 5.164,57, dal 6,5686% al 13,1531%;
- da euro 5.164,58 e fino a euro 10.329,14, dal 4,6896% al 9,3951%;
- da euro 10.329,15 e fino a euro 25.822,84, dal 3,7580% al 7,5160%;
- da euro 25.822,85 e fino a euro 51.645,69, dal 2,8106% al 5,6370%;
- da euro 51.645,70 e fino a euro 103.291,38, dall’1,8790% al 3,7580%;
- da euro 103.291,39 e fino a euro 258.228,45, dallo 0,9316% all’1,8790%;
- da euro 258.228,46 fino e non oltre euro 516.456,90, dallo 0,2353% allo 0,4705%.
E’ in ogni caso dovuto un compenso non inferiore a euro 145,12.